Cammino di Oropa Valdostano in 2 giorni: che avventura!
Il Cammino di Oropa Valdostano in 2 giorni… da quale angolo recondito del mio cervello sarà mai uscito?
Ve lo racconto subito.
Il desiderio di tre cari amici di cimentarsi per la prima volta con un Cammino ha dato il là a un progetto più ampio.
La ricerca e la scelta di un Cammino semplice, di pochi giorni e con dislivelli lievi che potesse fare al caso loro, mi ha portato a visionare il Cammino di Oropa lungo la Serra.
Ed è stato così che ho scoperto l’esistenza degli altri due pellegrinaggi di montagna alla Madonna Nera di Oropa: il Valdostano e il Valsesiano.
Un pensiero ha preso forma nella mia testa: “Perché non farli tutti e tre consecutivamente uno dopo l’altro? Tanto sono già lì, sarebbe un peccato farsi scappare tale occasione!”
L’idea si è trasformata in realtà ad agosto: in solitaria ho solcato prima il Valdostano e poi il Valsesiano. Mentre, lungo la Serra, sono stato in compagnia dei miei amici.
Pont-Saint-Martin: la base di appoggio
La mia avventura sul Cammino di Oropa Valdostano in 2 giorni inizia in anticipo con l’arrivo in treno a Pont-Saint-Martin. Seleziono questo paesino valdostano come base strategica per il Cammino.
La decisione ricade su di esso per la sua vicinanza a Fontainemore che è facilmente raggiungibile con l’autobus. Ma soprattutto perché c’è la possibilità di vivere da subito l’accoglienza pellegrina nell’ostello della Via Francigena.
Il Ponte del Diavolo
Passo il pomeriggio a girovagare tra le vie del paese ammirando il famoso Ponte del Diavolo.
Un ponte romanico del I secolo A.C. a unica campata, sul quale aleggia un’antica leggenda.
Si narra che ai tempi la costruzione di un ponte fosse assolutamente necessaria. Serviva per attraversare il torrente Lys, ma il paese non aveva denaro a sufficienza.
Un generoso forestiero si è offerto di pagare le spese: altri non era che il Diavolo in persona.
In cambio ha chiesto l’anima della prima persona che l’avrebbe attraversato.
San Martino (a cui è ovviamente dedicata l’opera) ha salvato gli abitanti con un abile trucco: ha fatto passare per primo un cane.
Il diavolo, deriso e ingannato, è scomparso in preda a urla e fiamme, tirando un calcio che ha provocato al ponte una crepa ancora visibile.
Questa leggenda viene tuttora rievocata con una sfilata durante lo storico carnevale di febbraio.
Il Castello Baraing
L’esplorazione prosegue al Castello Baraing che domina dall’alto il paese.
È stato costruito a partire dal 1883 su richiesta dell’omonimo dottore Pietro Annibale, figura di spicco di Pont-Saint-Martin.
Alla scomparsa della moglie e per suo volere è diventato patrimonio comunale. Così, nel 1931, è stato sede del municipio, ed oggi ospita la Comunità Montana Mont Rose.
Il castello è visitabile solo dall’esterno.
La Chiesa di Fontaney
Dal punto panoramico del Castello scendo per una scalinata e incontro la Chiesa di Fontaney, con cimitero annesso.
Risalente al 1595, è stata eretta per volere del barone Pierre de Vallaise come copia in miniatura della cattedrale di Aosta.
La chiesa è in pietra a vista tranne la facciata intonacata e affrescata.
Il mio peccatuccio
La giornata volge al termine facendo la spesa per il pranzo al sacco della prima tappa e con una bella pizzata in compagnia di altri pellegrini che stanno percorrendo la Via Francigena.
Vi confesso che, tra il supermercato e la pizzeria, cedo a un piccolo peccato di gola: uno squisito cono di gelato artigianale con latte fresco.
Non è solo una piacevole sensazione per le mie papille gustative, ma anche per la mente: sono catapultato indietro nel tempo.
A quando ero bambino durante le vacanze al mare.
Per merenda mia mamma mi portava a prendere il gelato.
Mi alzavo sulle punte dei piedi e mi aggrappavo alla vetrinetta della gelateria per scegliere i gusti.
I minuti sembravano un’eternità e io finivo sempre per scegliere la stessa strana e discutibile combinazione: cioccolato e fragola.
Credetemi, crescendo ho cambiato l’accoppiata dei gusti, ah ah ah!
Io vi consiglierei di farci un salto goloso.
Giorno 1: Fontainemore – Rifugio Barma
Mappa e dati tecnici
La prima tappa è breve: soli 7,8 km. Ma è piuttosto impegnativa a causa delle pendenze e del dislivello tutto in salita di 1270 metri.
Si inizia
Il mio Cammino di Oropa Valdostano in 2 giorni inizia di mattina presto con un breve trasferimento di mezzoretta in pullman da Pont-Saint-Martin a Fontainemore.
Raggiungo il Ponte medioevale di Fontainemore poco distante dalla fermata dell’autobus e sono pronto per iniziare a camminare.
Anzi, quasi pronto… devo riempire, per la seconda volta, la pancia di calorie al bar del paese.
Chiacchierando con la proprietaria scopro dell’esistenza della “Processione di Oropa”.
Evento che mi segno e mi prometto di fare nella futura edizione del 2025.
Ringrazio per la bella rivelazione e, pronti via, si parte!
Nella valle delle foreste
In questa tappa il principale e fondamentale segnavia da seguire è quello dell’itinerario 2: cerchio giallo con al centro il numero 2 nero.
La tappa è meravigliosa: dal fondo valle dove scorre il fiume Lys, inizio subito a salire lungo una mulattiera che attraversa il bosco di latifoglie. Lungo il percorso potrete vedere le testimonianze della processione di Oropa: statue in legno e cappelle dedicate alla Madonna.
Superati i paesini di Pillaz e Sarral mi accoglie la valle in cui scorre il torrente Pacoulla. Il bosco di latifoglie cede il passo alla foresta di abeti: sono nella riserva di Mont Mars.
Un tuffo nei laghi
Il fiume mi accompagna, quasi tenendomi per la mano sinistra, fino alla zona dei laghi.
Il primo lago sarà quello di Vargno. Un luogo ideale per riposare e mangiare il pranzo al sacco con una gran bella vista sulle verdi acque incorniciate dalle montagne.
Rifocillato a dovere ricomincio a salire lungo il sentiero 2 fino a raggiungere il lago Lej Long.
Fine tappa col botto
Da questo punto in poi, il sentiero si fa roccioso e lì ad aspettarmi c’è l’ultima salita: uno strappo ripido, ma reso dolce da un’ascesa a gradoni.
La faticaccia viene ampiamente ripagata in vetta dallo scorgere del Rifugio Barma, immerso in una piana e abbracciato dai due laghi omonimi.
Questo luogo è incantevole: potrete gustarvi la birretta di fine tappa sulla terrazza vista lago (il mio immancabile rito), meditare di fronte al lago minore, riposarvi sulle amache interne al rifugio (anche loro fronte lago) e ammirare la meraviglia del calar del sole.
Giorno 2: Rifugio Barma – Santuario di Oropa
Mappa e dati tecnici
Anche la seconda tappa è breve: soli 8.9 km. Ma è piuttosto impegnativa a causa delle pendenze e del dislivello tutto in discesa di 1110 metri.
Non era tutta discesa?
La partenza è quella che non mi aspetto: una salita che mette a dura prova la colazione e le gambe.
Infatti, mi porta a valicare il Colle della Barma a 2261 metri di altitudine.
Lungo l’ascesa posso ammirare un meraviglioso panorama sui sottostanti laghi Barma.
Arrivato alla soglia del Colle della Barma cambia la segnaletica di riferimento e in alcuni punti bisogna prestare molta attenzione.
Supero il colle e seguo i segnavia bianchi e rossi sulle rocce che conducono a un bel pianoro.
Faccio riposare le gambe colte di sorpresa dall’avvio di tappa.
Incontri che sorprendono
Costeggio il lago Camino dove, con mio grande stupore, mi imbatto in una colonia di girini…
Non avete idea quanto tempo è passato dall’ultima volta: ero anch’io piccino piccino.
Dal lago proseguo sul sentiero D21 attraversando un grazioso ed enorme gregge di pecore con il pastore e i cani al seguito.
Raggiungo così il Rifugio Savoia, che purtroppo è chiuso per la manutenzione della funivia. E io che già gustavo un lauto spuntino.
Ma la Dea bendata è dalla mia parte: oltrepassando gli edifici di risalita scorgo un altro rifugio che sembra aperto o forse è un miraggio?
Eh no mio caro pancino, è tutto vero!
Metto il turbo e in un baleno sono seduto al tavolo in terrazza con vista panoramica sulla conca di Oropa.
Faccio la più lunga sosta su un cammino: 2 ore. Avete letto correttamente… ebbene sì, 2 ore.
Il tagliere di salumi e formaggi, la brocca di vino rosso, la brezza che accarezza il corpo, e il panorama hanno giocano un ruolo importante.
Ancor di più lo sono state le chiacchiere con Claudia e Corrado gestori del Rifugio Rosazza e l’incontro con Marco e suo nipote anche loro in pausa in questo luogo.
Sarei rimasto con loro l’intero pomeriggio, ma è ora di rimettersi in marcia.
L'emozione della fine
Scendo le scale di fronte al rifugio e mi accingo ad affrontare l’ultima lunga discesa a serpentina che porta a una pista forestale.
Alla fine della discesa rincontro Marco e suo nipote, ripartiti prima dal rifugio. Trascorro con loro gli ultimi chilometri.
Si sente nell’aria il profumo dell’arrivo, il Santuario di Oropa è vicino.
Eccolo comparire tra gli alberi con l’inconfondibile cupola grigio-azzurra.
L’emozione è forte… è lì davanti a me.
Percorro gli ultimi gradini, supero le alte colonne di pietra e varco la soglia dell’antica basilica.
Finisce qui il mio Cammino di Oropa Valdostano in 2 giorni.
Non è un addio, ma un arrivederci…
il sentiero Valsesiano mi attende!
Video tappa 3D
Tappa 1 del 11 agosto 2022
Tappa 2 del 12 agosto 2022
Avete voglia di scoprire altri percorsi?
Ora che avete assaporato la natura incontaminata della montagna e l’arrivo a un santuario mariano, quale Cammino vi piacerebbe vedere?
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Buone Orme!